Universiadi di Essen: un rientro agonistico migliore sicuramente neanche lo stesso Mattia poteva immaginarselo. Invece, grazie in particolare anche alla sua splendida esibizione, la Svizzera ha ottenuto la medaglia di bronzo nel concorso a squadre alle spalle di Giappone e Canada. Un risultato meraviglioso !
Un risultato meraviglioso cui il ventitreenne chiassese Mattia Piffaretti ha contribuito in maniera davvero brillante.
Al rientro in una gara multipla completa dopo più di due anni di attesa, Mattia è stato davvero grande.
“SÎ, sono davvero fiero di quanto ho fatto. Neppure lontanamente mi sarei aspettato una mia simile prestazione. E pure la resa della squadra è andata ben oltre le attese. Certo ci siamo preparati tutti molto bene ed io, finalmente, ho potuto beneficiare di un percorso di avvicinamento a queste Universiadi ideale. Mi sentivo bene ed in gara tutto è andato per il meglio anche se ho avuto una incertezza proprio nell’esecuzione del primo elemento del primo esercizio, il suolo. Poi però ho saputo reagire al meglio e alla fine mi sono ritrovato al 10. posto, guadagnando così la qualifica alla finale individuale quale migliore ginnasta della squadra svizzera.”
Un bronzo a squadre che fa davvero bene …
“Incredibile davvero. Nessuno di noi voleva crederci, poi quando si è materializzato l’entusiasmo è salito alle stelle. Io poi ho ricevuto un bellissimo messaggio dall’allenatore nazionale Laurent Guelzec (alle Universiadi a seguire i ginnasti c’era Nils Haller, collaboratore diretto di Guelzec) che mi ha fatto immensamente piacere.”
La finale individuale cui Mattia ha poi avuto il privilegio di partecipare ha avuto invero un esito un pochino più sofferto. Al termine il ginnasta della SFG Chiasso si è assestato in 17. posizione, un risultato comunque di grande spessore per un ginnasta che rientrava dopo due anni di calvario durante i quali Mattia ha dovuto fare spesso i conti con la malasorte.
“Sapevo che, dopo praticamente due anni di inattività agonistica completa, sopportare due competizioni nell’arco di tre giorni sarebbe stata molto dura dal punto di vista fisico. In effetti la fatica si è fatta sentire ma tutto sommato sono molto felice di quanto ho fatto”.
Fatica ma anche un pizzico di sfortuna che ancora una volta ha fatto visita al nostro ginnasta. Infatti alle parallele una presa maldestra ha procurato a Mattia una piccola contusione ad un dito che non gli ha precluso di continuare la gara ma gli ha impedito successivamente di presentarsi alla finale di specialità (proprio alle parallele) che si era brillantemente guadagnato.
La sua avventura alle Universiadi si è così chiusa con la finale individuale multipla e con uno stupendo esercizio al suolo dove, quale unico finalista e pure fra gli stessi specialisti della specifica disciplina, si è visto attribuire dai giudici un fantastico 9.00 quale nota di esecuzione individuale. Il suo “marchio di fabbrica” insomma, l’eleganza e la compostezza del gesto tecnico. Ciò che, a suo tempo, aveva convinto i tecnici federali a volerlo a Macolin, ciò che è emerso anche a Essen, ciò che potrebbe garantirgli un futuro ricco di ulteriori soddisfazioni.
